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Trento, 13 giugno 2014 I Verdi del Trentino non condividono la scelta attendista e poco chiara di ritirare, rinviandola a data da destinarsi, la trattazione in Consiglio Comunale a Trento della delibera di accompagnamento delle comunità dei Sinti e dei Rom, relativa ad un progetto di mediazione culturale. La ritengono altresì una scelta miope che, nel tentativo di accontentare tutti, a parte i Sinti e i Rom, scontenta molti e manda alla città un messaggio preoccupante: bastano alcuni emendamenti prodotti dalle minoranze consiliari che fanno capo al centro-destra per produrre effetti di arretramento a fronte di un piccolo progetto di inclusione e integrazione che va nell'ottica di consentire alle persone interessate, donne, bambini, anziani, giovani uomini, l'accompagnamento ad attività lavorative, l'istruzione, l'educazione igienico-sanitaria. E un processo di maggior identificazione con la comunità ospitante, a partire proprio da quella cittadinanza attiva che richiede la conoscenza dei propri diritti ma anche dei doveri e delle regole del vivere civile e comunitario. La miglior conferma di un agire, quello del Sindaco e della Giunta, pavido e poco lungimirante, viene proprio dai moti di esultanza del centro-destra che rivendica, nelle sue varie componenti, il merito di aver fatto fallire un naturale processo di facilitazione e mediazione culturale portato avanti ormai da tutte le amministrazioni che abbiano un minimo di buonsenso: in ogni parte dell'Italia e del mondo e a qualsiasi colore politico appartengano. Leggiamo questo ritiro come un tentativo maldestro di nascondere sotto il tappeto problematiche presenti nel nostro territorio e mai risolte. Quella abitativa, in primis, che vedeva nelle micro-aree autogestite, dotate di servizi adeguati e strutturate in modo tale da garantire la dignità del vivere quotidiano, previste da una legge provinciale che sta e giace, lettera morta, priva com'è di un regolamento attuativo. E poi la possibilità, attraverso percorsi di istruzione e formazione, apprendistato e accompagnamento al lavoro, di dare un futuro di autonomia economica, per uscire dalla povertà e dall'assistenzialismo, alle nuove generazioni, alle ragazze e ai ragazzi che patiscono l'assenza di futuro. Molti di questi giovani, con forza di volontà e vincendo i pregiudizi, sono riusciti a entrare nel mondo del lavoro, ma la strada per un integrazione e interazione che possano dirsi davvero tali è ancora lunga. Sollecitiamo perciò il Sindaco e la Giunta del Comune di Trento a riportare presto in aula la delibera e a mostrare il coraggio che serve per governare le criticità sociali se non si vuole che esplodano in fenomeni razzisti e di ulteriore emarginazione.
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